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Cosa si intende per omo-bi-transfobia e perché è importante che tu lo sappia?

Aggiornamento: 24 gen 2022

Il 17 Maggio è la Giornata Mondiale contro l'Omo-Bi-Transfobia, ma che significa? Cosa sono l'omofobia, la bifobia e la transfobia?


La parola omofobia (da cui poi sono state declinate anche la bi- e la trans- fobia) fu coniata nel 1972 da George Weinberg per indicare <<la paura espressa dagli eterosessuali di trovarsi in presenza di omosessuali e il disgusto che può essere provato da alcune persone omosessuali verso se stessi>>.


In realtà, nel corso degli anni diversi studi hanno dimostrato come questa definizione non sia la più idonea per descrivere l'intero fenomeno che si cela dietro il termine omofobia, infatti, gli atteggiamenti ostili verso persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali (LGBT+) non sono necessariamente irrazionali o conseguenti alla paura provata, ma possono essere delle scelte intenzionali finalizzate ad imporre valori culturali e religiosi.


Quindi, anche se ad oggi il termine omofobia è utilizzato su larga scala per indicare i comportamenti, gli atteggiamenti, le convinzioni discriminatorie e i pregiudizi verso l’omosessualità, in realtà, è un concetto che non riesce a racchiudere e classificare in sé tutti gli atteggiamenti anti-omosessuali che comprendono, oltre che paura e imbarazzo per un qualcosa che è percepito come diverso e non conosciuto, anche il pregiudizio legato agli stereotipi e la disapprovazione.


Essere a conoscenza di quale sia la funzione e come agiscono pregiudizi e stereotipi è utile per comprendere in che modo questi impattano sugli aspetti legati alla questione LGBT+.


Brevemente accenneremo che lo stereotipo può essere definito come un <<insieme coerente e abbastanza rigido di credenze negative che un certo gruppo condivide rispetto a un altro gruppo o categoria sociale>> (Mazzara, 1997) mentre i pregiudizi come la <<tendenza a considerare in modo ingiustificatamente sfavorevole o favorevole le persone che appartengono a un determinato gruppo sociale>> (Mazzara, 1997).


Un esempio di quelli che sono i più frequenti pregiudizi e stereotipi omofobici che circolano nella nostra cultura: • L’omosessualità è anormale • L’omosessualità è contro natura • L’omosessualità è innaturale perché non procreativa • L’omosessuale è destinato alla solitudine • Gli omosessuali sono “donne mancate” (al contrario, le lesbiche sono “maschi mancati”) • Gli omosessuali sono tutti effeminati • Gli omosessuali o le lesbiche non possono essere (eventualmente) dei buoni genitori


Hai mai pensato, detto o sentito dire a qualcuno qualcuna di queste affermazioni? Sappi che sono pensieri distorti, che non corrispondono alla realtà e che condizionano il tuo modo di guardare (o il modo degli altri di guardare) a persone che non sono eterosessuali.

COS'E', IN PRATICA, L'OMO-BI-TRANSFOBIA?


  • Un sistema di credenze e stereotipi che mantiene giustificabile e plausibile la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale.

  • L’utilizzo di linguaggio offensivo per le persone LGBT+.

  • Qualsiasi sistema di credenze che svaluta gli stili di vita non eterosessuali.

Secondo Blumenfeld (1992), è possibile individuare diversi livelli di omofobia:


  • Personale: riguarda gli stereotipi e i pregiudizi che si hanno nei confronti di gay e lesbiche;

  • Interpersonale: riguarda i comportamenti che una persona mette in atto, conseguentemente ai propri pregiudizi (es. offese, insulti, aggressioni a persone LGBT+);

  • Istituzionale: si riferisce alle politiche discriminatorie di istituzioni come governo, aziende, organizzazioni religiose e professionali (es. non garantire uguali diritti non concedendo la possibilità di sposarsi o di adottare bambini a persone dello stesso sesso);

  • Sociale: si esprime attraverso i comuni stereotipi su gay e lesbiche e la conseguente esclusione sociale.


Nella pratica, questo significa che ogni volta che pensi, dici o senti qualcuno dire "io non sono contro ok i gay, ma penso che dovrebbero evitare di baciarsi in pubblico, o di tenersi mano nella mano, a casa loro facessero quello che vogliono", oppure "io non sono contro i gay, ma non credo sia giusto che si sposino o che adottino dei bambini", oppure "ok essere gay, ma perché hanno bisogno di mostrarlo in maniera così esplicita?" , si tratta di omofobia. Quando non sei sicuro/a se una determinata frase, o un determinato atteggiamento, sia in realtà omofobia oppure no, fermati a pensare un attimo: se è un discorso che faresti anche per una coppia etero, probabilmente non è omofobia, altrimenti quasi sicuramente lo è.



CHI SONO LE PERSONE LGBT+?

Secondo un’indagine Istat del 2012 sono circa 3 milioni gli italiani che si sono dichiarati omo- o bisessuali, questo significa che ogni 100 persone che conosci, circa 5 sono omosessuali o bisessuali, potrebbero essere dei colleghi o conoscenti, ma potrebbero essere anche degli affetti a te molto cari, come amici, cugini, nipoti o un figlio/una figlia, e magari tu neanche lo sai. Questo significa che le persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali sono persone, esattamente come tutti gli altri e, come tutti gli altri, sono tanto uguali quanto diversi.


Come cantava in maniera geniale Daniele Silvestri nel suo vecchio successo "Gino e l'Alfetta":


Ma lo sai quanti geni ed eroi sono gay? Non lo sai o non vuoi ricordare? Preferisci pensare che un gay sia una sorta di errore una cosa immorale o nel caso migliore un giullare, un fenomeno da baraccone e lo tollererai solo in quanto eccezione e lo tollererai solo in televisione lo chiamano gay e tu pensi ricchione.

Siamo tutti uguali in quanto esseri umani, con del sangue che ci scorre nelle vene e dei sentimenti che ci attraversano l’anima. Siamo tutti diversi in quanto ognuno ha il proprio DNA, il proprio tono di voce e infinite altre caratteristiche fisiche distintive, così come ognuno di noi ha peculiari modi di vivere, pensare e stare al mondo che con alcuni possono essere condivisi, con altri proprio no. Siamo uguali poiché tutti, o quasi tutti, nel corso della nostra vita ci innamoriamo di qualcuno. Siamo diversi poiché è raro che ci si innamori in massa di una stessa persona. Penso che in questi termini possa e debba essere visto l’orientamento sessuale degli individui: uguale e diverso allo stesso tempo, come probabilmente tutta la nostra esistenza è, uguale e diversa allo stesso tempo, da quella degli altri.




PERCHE' E' IMPORTANTE UNA LEGGE CONTRO L'OMO-BI-TRANSFOBIA?


Le violenze su giovani lesbiche e giovani gay sembrano continuare ad essere inferte in un contesto di silenzio sociale, dovuto sia all’ignoranza che al pregiudizio omofobico. La nostra società non condanna l’omofobia, spesso anzi non la percepisce neppure.

(Pedote, Poidimani, 2007)




Nel momento in cui una persona si rende conto di non essere eterosessuale, si ritrova a dover fare i conti non solo con la società in cui vive, ma anche con tutto quello che quella società gli ha insegnato fino a quel momento. Vivere in una società altamente omofobica, che pensa e ti insegna fin da quando sei piccolo che amare una persona del tuo stesso sesso è qualcosa di sbagliato ti porta a pensare, di fronte alla tua scoperta di amare ed essere attratto da qualcuno del tuo stesso sesso, di essere tu stesso sbagliato, inadatto, imprevisto. Come si può immaginare e come moltissimi studi hanno confermato, questi sentimenti provati verso se stessi hanno un impatto enorme sulla salute psicologica della persona, oltre a condizionare le scelte di vita di quella persona stessa. Inoltre, essere omo-bi-transessuale in una società omofobica, ti espone al rischio di esclusione, derisione, offese e maltrattamenti da parte degli altri.


Come possiamo notare, non aderire alla normativa eterosessuale può portare con sé da un lato una serie di vissuti negativi interni all'individuo, dall'altro può esporre la persona a situazioni oggettivamente pericolose, nonostante non vi è nessun motivo che possa anche solo lontanamente giustificare una condotta omofobica. Gli unici elementi che guidano il disprezzo verso la persona omo-bi-transessuale è una forte ignoranza di fondo. Intendendo con questo proprio il fatto di ignorare come, nonostante in passato sia stata considerata una malattia, nel tempo si è scoperto e confermato a gran voce che essere omo- bi- o transessuali non è una malattia, non vi sono controindicazioni di alcun tipo rispetto all'amare una persona del proprio stesso sesso e non vi è alcuna possibilità che questo indichi che la persona sia instabile, non degna, o qualsiasi altra cosa possa immaginare chi, guardando una coppia omosessuale, provi un senso di disgusto o disapprovazione.


Come ha dichiarato oggi il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:

Le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana che trovano, invece, specifica tutela nella nostra Costituzione e nell'ordinamento internazionale.

Una legge contro l'omofobia serve a fare in modo che la propria identità o l’orientamento sessuale non siano motivo di aggressione, stigmatizzazione, trattamenti pregiudizievoli, derisioni o di discriminazioni nel lavoro e nella vita sociale, permettendo così di sentirsi non solo accettati, ma anche supportati e protetti dalla comunità in cui si vive.


Se ti va di farmi sapere la tua su questo argomento, scrivimi nei commenti oppure inviami una mail a questo indirizzo gabriele.melania@gmail.com, sarò felice di leggere cosa ne pensi!



Bibliografia di riferimento:


  • Blumenfeld W. (1992) a cura di, Homophobia: How We All Pay the Price, Beacon Press

  • Del Favero R., Palomba M. (1996), Identità diverse. Psicologia delle omosessualità. Counseling e psicoterapia per gay e lesbiche, Kappa

  • Herek, G.M. (2004). Beyond “homophobia”: Thinking about sexual stigma and prejudice in the twenty-first century. Sexuality Research and Social Policy, 1(2), 6-24

  • ISTAT (2012), La popolazione omosessuale nella società italiana

  • Lingiardi V. (2016), Citizen Gay. Affetti e diritti, Il Saggiatore

  • Mazzara B. (1997), Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino

  • Morin S.F., Garfinkle E.M. (1978), Male Homophobia, in The Society for the Psychological Study of Social Issues, Volume 34, n.1 Pages 29-47

  • Pedote P., Poidimani N. (2007), We will survive! Lesbiche, gay e trans in Italia, Mimesis

  • Rigliano P., Ciliberto J., Ferrari F. (2012), Curare i gay? Oltre l'ideologia riparativa dell'omosessualità, Raffaello Cortina

  • Weinberg G. (1972), Society and the Healthy Homosexual, San Martin Press








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