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  • Immagine del redattoreMelania

Radici per volare

Aggiornamento: 24 gen 2022

Che cosa significa che bisogna avere delle radici profonde per poter volare in alto?


Ho scelto questa volta di partire da due canzoni di Daniele Silvestri per spiegare quello che sembra essere un ossimoro e che, invece, è uno dei concetti fondamentali per l'essere umano e a cui spesso facciamo riferimento in ambito psicologico parlando di base sicura.


Nella canzone Concime, Silvestri parla in maniera precisa dell'importanza delle nostre radici e fondamenta, della base sicura che ci è necessaria per poter poi andare in esplorazione:


Un solido riferimento in basso da cui attingere conforto Anche quando non lo vedi La base da cui puoi spiccare un salto sapendo che al ritorno la ritrovi


Come dicevamo prima e come lo stesso Silvestri racconta nella sua Acrobati, questi due concetti sembrano inizialmente appartenere a posizioni contrapposte: la stabilità e la sicurezza da un lato, l'esplorazione e la scoperta dall'altro:


Non guardare giù, non so se c’è la rete Il mondo da quassù sembra lontano e invece Invece è un attimo e lo sai A rifinirci dentro E devo stare attento A non sbagliare (col tempo) A non sbagliare (si impara) A non sbagliare A stare Sospesi

Da queste rime ci arriva quasi la paura di cadere verso il basso, l'esigenza di restare sospesi senza toccare la terra. La realtà è che invece è proprio dalla terra che prendiamo la forza per librarci nell'aria. E quindi il bisogno di sicurezza e il bisogno di esplorazione sono due concetti non solo strettamente connessi, ma anzi necessari l'uno per l'altro. È infatti proprio quella stabilità, quella sicurezza che in alcuni casi sembra essere co-stringente, a darci la forza di muoverci nel mondo e in mezzo agli altri.

Come gli alberi che tanto più vanno in alto quanto più hanno radici profonde, così l'essere umano tanto più è libero di andare in esplorazione degli altri e del mondo, quanto più ha una solida base sicura da cui partire. Questa consapevolezza emerge con potenza in un Daniele Silvestri più maturo dal punto di vista musicale, dalle strofe di Concime:


Tu ancora non ci credi, ma servono radici Mi serve gravità, la stessa che negavo fino a ieri Quando predicavo di essere funamboli sospesi Per sentirsi liberi e leggeri

Il sentimento di libertà è davvero tale quando sappiamo di poter tornare a terra ogni volta che vogliamo, in questo modo a guidarci non sarà la voglia di allontanarsi da qualcosa e, quindi fuggire per non tornare, bensì la voglia di scoprire, la voglia andare verso qualcosa di nuovo da aggiungere alla nostra esperienza e al nostro vissuto. Come anche Petrucci scrive nel suo libro: la leggerezza ha radici profonde.


Passavano macchine a pieno regime Spargendo sementi, speranze e concime Era dura la terra e assordante il rumore Ti restava addosso ben più dell’odore Eppure il ricordo è così silenzioso E a distanza di anni quel poco riposo Mi sembra più dolce, più giusto e più sano

(D. Silvestri)



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